Dal punto di vista civilistico, Il criterio con cui vengono classificate le riserve riguarda:

  • l’origine, in base alla quale scaturisce la distinzione tra riserve di utili e riserve di capitali;
  • la destinazione, nella quale si distinguono le riserve disponibili e riserve indisponibili. Le riserve disponibili, inoltre, possono a loro volta distinguersi in riserve distribuibili o non distribuibili mentre le riserve indisponibili sono, in quanto tali, indistribuibili.

Dal punto di vista fiscale, invece, esistono tre diverse tipologie di riserve:

  1. riserve di capitali, le quali non prevedono una tassazione in capo alla società che le distribuisce, ma comportano la tassazione in capo al socio che le percepisce, in quanto viene ridotto il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione (azioni o quote possedute dai soci), producendo utile tassabile solo per l’eventuale somma che eccede il costo fiscale della partecipazione stessa;
  2. riserve di utili, tassate solamente in capo al socio persona fisica al momento dell’incasso secondo le modalità di distribuzione dei dividendi;
  3. riserve in sospensione di imposta, le quali, se distribuite, concorrono a formare il reddito della società e sono tassate anche in capo ai soci. Questa tipologia di riserva è prevista da specifiche norme che godono di un favorevole regime fiscale rappresentato dal rinvio dell’imposizione in capo alla società in un momento successivo.
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