Pianificare per tempo il passaggio generazionale permette una più efficace e meno onerosa tutela del patrimonio: si evita che eventi straordinari possano incidere sull’attività di impresa, mantenendo inalterata la fiducia di clienti, fornitori e finanziatori.
Il patto di famiglia è un contratto consensuale “inter vivos” con cui l’imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l’azienda e le partecipazioni sociali ad uno o più discendenti maggiormente idonei alla gestione dell’impresa, con l’obiettivo di prevenire il radicamento di liti ereditarie e la disgregazione aziendale. Al contratto devono partecipare non solo il disponente e i discendenti assegnatari, ma anche il coniuge e tutti i legittimari del disponente a cui la legge riserva una quota di eredità, che dovranno essere liquidati per la quota di legittima spettante in relazione al valore dell’azienda/partecipazione assegnata, a meno che quest’ultimi non vi rinunzino in tutto o in parte. Quanto ricevuto dagli assegnatari discendenti non è soggetto ad azione di collazione e di riduzione.
Il trasferimento è esente da imposta di donazione rispettando i requisiti di cui all’art. 3 comma 4 Dlgs 346/90.