Quali sono gli adempimenti fiscali per chi ha investito o intende investire in criptovalute? ABACO prova a rispondere ad una domanda di grande attualità assistendo professionalmente nei corretti pagamenti tributari chi ha scelto i bitcoin.

ABACO Commercialisti Associati torna ad occuparsi di moneta elettronica e di tasse e lo fa dopo la recente presa di posizione dell’Agenzia delle Entrate (Interpello 956-39/2018). L’occasione rappresenta infatti un importante momento per approfondire e condividere le nostre conoscenze in materia fiscale e favorire un ampio confronto, sia tra i colleghi, sia tra i clienti e gli investitori (professionali e non).

Il tema è reso ulteriormente attuale dalle prossime scadenze dichiarative.

Nelle ultime settimane diversi nostri Clienti stanno raggiungendo i nostri uffici per la dichiarazione dei redditi del 2017 (Unico e 730/2018) e tra questi alcuni sono molto interessati a saperne di più circa investimenti effettuati sul mercato finanziario ed in particolare in strumenti come i cosiddetti “bitcoin”, di ultima generazione e non, con relative domande sul loro inquadramento tributario.

Prima di accennare agli aspetti fiscali dell’argomento vi invitiamo a visitare il sito Coinmarketcap.com dove potrete trovare un dettagliato elenco delle cosiddette “criptovalute” del quale il Bitcoin (qui intendendo, in maiuscolo, lo specifico asset e non l’insieme generico delle criptovalute, che indichiamo con la lettera minuscola) è solo uno, ancorché notissimo, esemplare.

Poco fa la capitalizzazione di questo mercato ammontava a: Total Market Cap: $417.935.131.437 (è l’indicazione che trovate al termine della pagina di listino).

Si tratta di una cifra impressionante, che può fornirvi la dimensione di un fenomeno difficilmente esauribile nel breve periodo, ed anzi certamente destinato a rappresentare un complemento significativo nel portafoglio di numerosi investitori privati ed istituzionali.

Un mercato mondiale, non intermediato da società ed enti finanziari vigilati, che ha assunto un’importanza considerevole.
La capitalizzazione del Bitcoin (“titolo”) ammonta a: $156.352.722.960, quindi circa il 37% del mercato totale.

 

Cosa può fare Abaco per chi ha investito o intende investire in criptovalute?

Sicuramente assisterlo professionalmente nei corretti adempimenti fiscali, che sono tanti. Andiamo per ordine:

* Operatori professionali: l’attività di intermediazione di valute tradizionali con bitcoin (e qui intendiamo tutte le valute virtuali), svolta in modo professionale ed abituale, costituisce un’attività rilevante ai fini IVA, IRES ed IRAP. È quindi soggetta agli obblighi di adeguata verifica della clientela, di registrazione e di segnalazione ai sensi del D. Lgs. 231/2007;

* Al di fuori dell’attività d’impresa: trova applicazione il disposto dell’art. 67, comma 1, lettera c-ter) del TUIR.

 

Per tassare correttamente la transazione occorre una consulenza specialistica che ABACO può offrire, una volta rese note le modalità tecniche dell’operazione: tipologia di wallet utilizzato, giacenza media in controvalore in Euro, tipo di contratto…

Per i redditi derivanti dalle operazioni sul mercato FOREX e da Contract for Difference (i c.d. “CFD“, veri e propri contratti finanziari derivati), riteniamo applicabile la disciplina prevista dall’art. 67, comma 1, lettera c-quater, del TUIR. Anche in merito a queste operazioni occorre uno studio puntuale dell’operazione posta in essere.

Venendo ora al monitoraggio fiscale (DL 167/90). L’Agenzia delle Entrate, con un’interpretazione discussa in queste ore sia sulle testate economiche nazionali, sia sui principali think tank attivi in materia fiscale, ha ritenuto che alle valute virtuali debbano applicarsi i medesimi principi previsti per le operazioni aventi ad oggetto valute tradizionali. Lo stesso dicasi per le disposizioni antiriciclaggio.

L’indicazione è quindi quella di compilare il quadro RW, indicando alla Colonna 3 il codice 14.

Ciò determina un adempimento ricorrente, di anno in anno, fin tanto che il contribuente non decidesse di dismettere gli asset posseduti. È quindi di vitale importanza affidarsi a professionisti qualificati ed esperti nella gestione di attività finanziarie ‘complesse’

L’Agenzia esclude infine che tali valute siano invece soggette ad IVAFE, essendo questa imposta applicabile ai depositi ed ai conti correnti di natura “bancaria”.

Torneremo nelle prossime settimane a trattare questo tema, ogni giorno più caldo in considerazione dei tanti aspetti di interesse che coinvolge. In primis il dibattito acceso sull’assimilazione delle criptovalute alle valute estere. In seconda battuta un necessario approfondimento in merito alla nozione di “chiave” (privata o pubblica) mediante il quale si opera sul mercato, nonché alla sua effettiva disponibilità.

Da questi ed altri aspetti discendono differenti disposizioni tributarie e diversi adempimenti.

In attesa di raccogliere i vostri dubbi e le vostre perplessità, nonché potervi guidare in un comportamento fiscale effettivamente compliance alle norme, vi ringraziamo per l’attenzione che ci avete dedicato e vi attendiamo ai prossimi appuntamenti.

Avete domande su questo articolo?
Scriveteci!

 

contatta studio abaco

 

 

Modena, 24 aprile 2018

per ABACO COMMERCIALISTI ASSOCIATI
Alessandro Stradi